Il posto
di Annie Ernaux
mercoledì 23 marzo 2016, ore 16:30
La storia di un uomo - prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna - raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice. La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai impossibile linguaggio comune. Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, di una raffinata semplicità capace di rendere ogni singola parola affilata come un coltello. Il posto è un romanzo autobiografico che riesce, quasi miracolosamente, nell'intento più ambizioso e nobile della letteratura: quello di far assurgere l'esperienza individuale a una dimensione universale, che parla a tutti noi di tutti noi.
L'ultimo arrivato
di Marco Balzano
lunedì 14 marzo 2016, ore 13:45
Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all'esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell'emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. Questo romanzo è la storia di uno di loro, di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, "non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del '59, avevo nove anni e uno a quell'età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi". Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è "picciriddu" o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c'è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta...
I Melrose
di Edward St. Aubyn
mercoledì 24 febbraio 2016, ore 16:30
Il ciclo narrativo contenuto in queste pagine, composto da quattro romanzi (il quinto conclusivo, "At Last", apparirà in seguito), ha destato enorme scalpore nei paesi in cui è apparso. Edward St Aubyn, rampollo di un'antica e nobile famiglia che "viveva in Cornovaglia fin dai tempi della conquista normanna" (Guardian), è stato accostato dalla critica britannica e statunitense a Evelyn Waugh e Oscar Wilde per la sua sferzante descrizione dell'upper class inglese o a Martin Amis per il nichilismo che spira nelle sue pagine. Tuttavia, come ha notato la "New York Book Review", nei "Melrose" si mostra una contemporaneità non riscontrabile nelle opere degli scrittori citati, "un'aristocratica atmosfera di caustico orrore" mai percepita prima. Scevro, come ogni membro di una famiglia che può fregiarsi del titolo di baronetto sin dal 1671, dall'infatuazione per le forme di vita dell'aristocrazia inglese che caratterizza, invece, la prosa di Wilde e Waugh, St Aubyn ritrae il personaggio di Patrick Melrose, impegnato tenacemente a porre fine alla sua esistenza abusando di alcol e droga, e l'irresistibile galleria di titolati snob, ubriaconi, dementi, tiranni e tossicomani che lo circondano, come nuovi demoni della contemporaneità, in una maniera che è a un tempo cosi disperatamente moderna e cosi armoniosamente classica da spingere una scrittrice come Alice Sebold a dichiarare che "I Melrose" 'sono un capolavoro del XXI secolo, e St Aubyn è uno dei più grandi prosatori di lingua inglese'.
La porta
di Magda Szabo
lunedì 15 febbraio 2016, ore 13:45
Due donne che tutto separa, due vite diverse che si scontrano. Magda Szabò descrive la strana relazione che per vent'anni è intercorsa tra lei e la sua donna di servizio. Una donna ruvida, senza età, con i suoi principi e bizzarrie, riservata, e con dei segreti nascosti gelosamente dietro la "porta" eternamente chiusa. Se tra il marito di Magda e la donna c'è subito simpatia, viceversa tra le due donne la relazione è imprevedibile, fatta di litigi, riconciliazioni, di non detto. Poco a poco il loro rapporto si distende, Emerence si vota alla narratrice, il loro legame diventa esclusivo, esigente...
Al calore di soli lontani. Il racconto epico della grande migrazione afroamericana
di Isabel Wilkerson
mercoledì 27 gennaio 2016, ore 16:30
Mississippi, 1937. Ida Mae Gladney raccoglie cotone nei campi per pochi spiccioli, insofferente alla fatica e alle regole della segregazione. Florida, 1945. George Starling vuole andare al college ma finisce negli agrumeti, dove si fa un nome come sindacalista dei braccianti. Louisiana, 1953. Robert Foster, figlio della buona borghesia nera, è un medico entusiasta e stimato, ma il colore della sua pelle non è alleato della carriera. Un giorno, chi con un biglietto ferroviario in mano, chi a bordo di una Pontiac, prendono la strada che li porta lontano dal loro mondo. In fuga come da una maledizione o da un'epidemia, altri sei milioni di neri lasciano il Sud per il Nord degli Stati Uniti, dopo gli anni venti del secolo scorso. Isabel Wilkerson, ispirata dai ricordi familiari, per quindici anni ha attraversato il paese, raccolto documenti inediti e realizzato centinaia di interviste agli emigrati o ai loro discendenti. Un grande racconto collettivo, appassionato e crudo, che è già un classico. Al calore di soli lontani ritrae l'America con i suoi miti e le sue icone: i motel, Las Vegas, il blues, Martin Luther King, la zuppa Campbell e Hollywood, gli hobos e la frontiera. E il desiderio di partire per cambiare il proprio destino. Ida Mae diventa una donna indipendente in una città di cemento e acciaio, attivista per Obama nella corsa al seggio senatoriale; Robert corona il suo sogno divenendo medico di fiducia di Ray Charles; George passa la vita ad aiutare le famiglie di colore sui treni della migrazione.
Sembrava una felicità
di Jenny Offill
lunedì 18 gennaio 2016, ore 13:45
Il ritratto di una donna, ma soprattutto una riflessione sui misteri della coppia, dell'intimità, della fiducia e dell'amore. L'eroina della Offill è una giovane scrittrice che vorrebbe diventare un mostro di scrittura. È una donna che non si vuole sposare e che invece s'innamora e si sposa e ha una figlia. Col tempo vede le proprie ambizioni andare in stallo, la maternità trasformarsi in una nuova forma di solitudine e il matrimonio vacillare per un tradimento. Nella sua ostinata ricerca della felicità deve affrontare lo smarrimento, la rabbia, la gelosia e i cambiamenti, per ritrovare quello che è stato perso, cosa è rimasto e che cosa desidera adesso. Una vita come tante, all'apparenza, raccontata con un linguaggio che brilla di arguzia e feroce ironia, in un romanzo che in certi momenti sembra un diario, in altri un mémoire, in altri ancora un flusso di coscienza inarrestabile. Intercalando sapientemente citazioni di Orazio, Socrate, Coleridge e Berryman, nozioni di scienza e pillole di filosofia, questa storia d'amore venata di suspense ha la velocità di un treno che sfreccia nella notte.
Vita sentimentale di un camionista
di Alicia Gimenez Bartlett
lunedì 14 dicembre 2015, ore 13:45
"La gente non si muove mai, rimane sempre allo stesso posto, appiccicata a quel che vede dalle finestre di casa, tante volte il muro del vicino, un palo della luce. Lui non ce la faceva. Come camionista lavorava di più, ma ogni giorno vedeva una città diversa." Il ritratto di un uomo ossessionato dal cambiamento, che non riesce a concepire la vita se non come un fuggire e un tornare, accanto a corpi immobili: corpi di case, di città, di alberi. O corpi di donne: fisicamente immobili, se sono le compagne a pagamento in un motel; psicologicamente immobili, se sono la moglie e l'amante fissa, che diventano insopportabili non appena manifestano un moto autonomo del sentimento. Ma tutto invece si muove intorno a lui, tutti i corpi resistono al suo dominio.
La chimera
di Sebastiano Vassalli
mercoledì 25 novembre 2015, ore 17:00
Nel 1610 Zardino è un piccolo borgo immerso tra le nebbie e le risaie a sud del Monte Rosa. Un villaggio come tanti, e come tanti destinato a essere cancellato senza lasciare tracce. C'è però una storia clamorosa, soffocata sotto le ceneri del tempo, che Sebastiano Vassalli ha riportato alla luce: la storia di una donna intorno alla quale si intrecciano tutte le illusioni e le menzogne di un secolo terribile e sconosciuto. Antonia, una trovatella cresciuta nella Pia Casa di Novara, un giorno viene scelta da due contadini e portata a Zardino, dove cerca di vivere con la fede e la semplicità che le hanno insegnato le monache. Ma la ragazza è strana, dice la gente. Perché è scura d'occhi, pelle e capelli, come una strega, e una volta è svenuta al cospetto del vescovo Bascapè, l'uomo che doveva diventare Papa e che si è messo in testa di trasformare in santo chiunque abiti quelle terre. E poi perché Antonia è bella, troppo bella, ed è innamorata, ed è indipendente: in lei ci dev'essere per forza qualcosa di diabolico... Vassalli illumina gli angoli più oscuri di un secolo senza Dio e senza Provvidenza, ricostruendo un episodio che è stato crocevia di molti destini e che, in un turbine di menzogne e fanatismi, ci dice molto di come si è formato il carattere degli italiani.
La luna e i falò
di Cesare Pavese
lunedì 23 novembre 2015, ore 13:45
Di ritorno dall'America dove era emigrato, il narratore ripercorre i luoghi della sua infanzia. Solo il paesaggio non è cambiato, tutto il resto è irriconoscibile. Ritrova un vecchio compagno, Nuto, fa amicizia con un ragazzo zoppo, Cinto, con cui fa lunghe passeggiate. I ricordi riaffiorano nelle conversazioni con Nuto: persone, situazioni dell'infanzia riprendono vita. Ma un giorno, proprio quando il narratore inizia a pensare di tornare ab abitare definitivamente in quei posti, divampa un incendio ben diverso dagli allegri fuochi accesi dai contadini. Il padre di Cinto ha dato fuoco al podere in cui lavorava e si è ucciso, dopo aver sterminato la famiglia. Cinto è l'unico sopravvissuto e il narratore, prima di partire, lo affida a Nuto.
La gemella H
di Giorgio Falco
mercoledì 28 ottobre 2015, ore 17:00
La storia di tre generazioni della famiglia Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva all'Italia dei giorni nostri. A parlare è Hilde, testimone della sua stessa esistenza, ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri. La sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant'anni di vicende private intimamente intrecciate al Novecento, "all'alba dei grandi magazzini", al turismo di massa, all'ossessione del corpo. Fino a innescare un cortocircuito che fa esplodere il nostro presente, denudandolo come mai prima era stato fatto. Se "I Buddenbrock" ripercorreva la decadenza di una famiglia tedesca dell'Ottocento, "La gemella H" non può che registrare il giornaliero "assecondare il flusso di eventi travestiti da soldi" di una famiglia ossessionata dai beni e compromessa con il Male. Decisa a dimenticare, pur di salvarsi.