La scuola magica di Gervasia
di Valentina Pala
31/01/2019
In un paese babbano di campagna successe un fatto stranissimo a cui né il Primo ministro babbano, né il ministro magico Cornelius Caramel sapevano dare una spiegazione.
Sulle lontane colline dove sorgeva una casa scavata nella pietra furono trovate due persone (un padre e una madre), morte volontariamente, forse per la maledizione Avada Kedavra, e un neonato rimasto illeso chiamato Harry.
Qualche anno dopo, nel mondo magico…
Al quarto anno, alla scuola magica di Gervasia, l’esercito di Peppino il preside, composto da Harry, Ernesta, Ronaldo, Paris, e l’aiutante Antonino il matto si allenano con incantesimi e controincantesimi per poi sconfiggere definitivamente Lord Voldemort e i suoi seguaci, compresi Nottus e il Gatto Perfidjo.
Un mese dopo, cioè ad Aprile, muoiono Peppino il preside e Agrifoglio, il padrino mezzo nano di Harry e tutti e due a causa del professor Unicorno.
Grissino e Antonino il matto, i due g nomi domestici, vengono affidati tristemente a Ronaldo, invece che ad Ernesta, amica fidata degli gnomi domestici. Al posto del preside Peppino va la prof. DeValentinia, che dirige perfettamente Gervasia negli ultimi tre anni. A giugno del settimo anno, alla fine dell’ultimo secondo dell’ultimo minuto dell’ultima lezione Harry consegna a ciascuno dei suoi amici, compresi gli gnomi un boccino che serviva a comunicare tra loro. In caso che uno di loro fosse in pericolo di morte i suoi compagni, se erano ancora vivi, sarebbero stati obbligati ad andare a soccorrerlo. Dal quel momento non si seppe più nulla se fossero morti o ancora vivi in mezzo a noi.
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